di Flavia Amabile_ www.lastampa.it
Il servizio d’ordine intorno a palazzo Madama ferma alcune donne dirette verso il Senato
Sono andata alla manifestazione contro la violenza sulle donne. Molte persone in meno rispetto allo scorso anno, ma era nelle previsioni. Molta musica, molta allegria, e persino una donna carabiniere su una quarantina di agenti delle forze dell’ordine inviati a tener d’occhio il corteo.
Tutto davvero tranquillo, insomma, anche l’arrivo a piazza Navona dove si è scatenato ‘soltanto’ un grande ballo collettivo. Sono andata via intorno alle sei, con me c’è anche un’amica. Da piazza Navona ci dirigiamo verso il Pantheon. La strada più immediata da prendere porta dritto davanti a palazzo Madama. E’ la Corsia Agonale, lo stesso passaggio dove due settimane fa erano scoppiati gli scontri tra studenti finiti con feriti e processati.
Ieri non c’era nulla di nemmeno lontanamente paragonabile a uno scontro, ma la Corsia Agonale era lo stesso transennata e piantonata da cinque-sei uomini della polizia. Mi infilo in uno stretto passaggio lasciato libero tra la transenna e un palazzo. L’amica mi segue. Gli agenti ci fermano: ‘Non si può passare di qui. Fate il giro dall’altro lato’. Li guardo un po’ stupita, ma obbedisco. Faccio per tornare indietro quando con la coda dell’occhio vedo delle persone passare attraverso il passaggio. A quel punto torno indietro.
‘Perdonatemi se insisto ma in tanti passano, perché noi no?’
‘Perché siete state alla manifestazione’.
‘Ah, e allora?’
‘Ordini superiori’
‘Perdonatemi ancora, volete dire che solo perché sono stata alla manifestazione non posso passare di qui mentre tutti gli altri sì? Cioè io sono più pericolosa degli altri? Più sporca?’
‘Che vuole che le dica, questi sono gli ordini, controlli pure’
‘No, non si preoccupi, non ho bisogno di controllare, mi basta la sua parola’.
A quel punto con la mia amica andiamo via. Mentre ci allontaniamo sento l’agente ordinare: ‘Chiudi tutto, dai, non lasciar passare più nessuno’.
Le parole dell’agente sono chiare, solo qualcosa ancora mi sfugge. Che cosa abbiamo di diverso noi dalle persone che erano passate oltre le transenne. A quel punto la mia amica mi mostra l’adesivo della manifestazione sul suo maglione.
‘Toglilo’, le dico, e facciamo il giro intorno al palazzo. Ci imbattiamo in un’altra fila di transenne e un altro posto di blocco per evitare un ‘attacco laterale’ a palazzo Madama. Non abbiamo più adesivi, né altri segni di partecipazione al corteo: passiamo attraverso il varco tra le transenne. Nessuno ci ferma. Due minuti dopo siamo davanti a palazzo Madama. Se avessimo una bomba o anche soltanto una protesta da inscenare sotto forma di conquista di un palazzo del potere, l’edificio sarebbe a nostra disposizione.