Manifestazione Notturna a Bari!

TESSERE-RETE DELLE DONNE DI BARI

 
In gemellaggio simbolico con le donne, le
femministe, le lesbiche
di Parigi e di Bologna

 
Promuove

 



SABATO 14 GIUGNO, dalle ore 20
 
A Bari, nello spiazzo antistante il Fortino Sant’Antonio ( Via
Venezia)
 
il Presidio
 

CAMMINIAMO INSIEME LA NOTTE
 
MARCHE DE NUIT DES FEMMES 2008

La paura alimentata della notte fa ombra alle violenze del giorno: NO,
le violenze non hanno orario e sono ovunque: nelle case, per strada, al
lavoro…
Quando usciamo di notte siamo considerate a disposizione degli
uomini. Lo spazio pubblico (metro-autobus, parchi, bar, strade) cosiddetto
neutro, è ricoperto di immagini di donne «accessibili», che banalizzano una
cultura dello stupro.
 
Noi vogliamo essere libere di uscire di giorno come di notte. Siamo
autonome
e responsabili!
 
Manifesteremo contro tutte le violenze che attraversano lo spazio pubblico
e quello privato della famiglia.

Manifesteremo contro la paura e il senso di colpa inculcato dalla
cultura e dall’educazione.
Manifesteremo per denunciare le violenze, gli
stupri e gli assassini e per ricordare che le aggressioni maschili sono la prima
causa di morte e di invalidità permanente per le donne di tutto il mondo.
 
La violenza degli uomini contro le ragazze, le donne e le lesbiche non
conosce classe, né etnia, né cultura, né religione, né appartenenza politica, in
Italia  come altrove.
 
Rifiutiamo la strumentalizzazione di queste violenze da parte del potere
pubblico e politico a fini razzisti e di controllo sociale, in nome della
sicurezza delle città (videosorveglianza, controlli polizieschi per il solo
colore della pelle, retate, reato di adescamento…). Denunciamo la repressione
poliziesca e le leggi di esclusione che rendono le donne precarie ancora più
vulnerabili alle violenze maschili.
Ci riprendiamo lo spazio pubblico
attraverso una pratica collettiva e autodeterminata, senza bandiere né
partiti.
 
Denunciamo le violenze specifiche sulle lesbiche per il solo fatto che si
amano, affermano la loro esistenza, si riappropriano degli spazi, sfuggono al
controllo degli uomini.
Siamo forti, fiere, siamo solidali e arrabbiate.
Prendiamoci la strada e la parola per affermare come ragazze, donne, lesbiche e
femministe, la libertà di decidere per noi ovunque e sempre!
 
Vi invitiamo a Camminare  insieme  di notte!
 
 
 

Tessere- rete delle donne di Bari
 
 
 
segue COMUNICATO STAMPA
 
“Tessere, rete delle donne di Bari”, promuove per Sabato 14 giugno, dalle
0re 20, presso lo spazio antistante il Fortino Sant’Antonio, in Via Venezia la
manifestazione
 

Camminiamo insieme la notte
 
Oltre la cronaca, la violenza contro le donne è politica
 
“Tessere” nasce per  consolidare e dare visibilità alla rete di singole e
di associazioni di donne presenti sul territorio, “Centro di documentazione e
cultura delle donne di Bari”, “Lottononsoloamarzo”, “Aracne”, Desiderandae,
Lilith 194, Arcilesbica.
Abbiamo scelto per la nostra prima iniziativa  di
gemellarci simbolicamente  con un’altra rete: nello stesso giorno, infatti,  a
Parigi e a Bologna si terranno presidi e manifestazioni di donne, femministe e
lesbiche, con la volontà di occupare gli spazi delle città proprio nelle ore in
cui la paura  e l’insicurezza di molte donne sono più acute.
Quando
camminiamo di notte siamo abituate a guardarci alle spalle, ad affrettare il
passo, a progettare strategie di fuga, ma la paura della notte rischia di fare
ombra alle violenza del giorno: lo sterminio delle donne non conosce orari, né
confini geografici, né connotazioni etniche, ed è ancora la prima causa di morte
e di invalidità permanente per le donne in tutto il mondo.
 Nella maggior
parte dei casi l’assassino, il violentatore non hanno bisogno di forzare  la
porta di casa, hanno le chiavi. La violenza domestica, come quella
extradomestica per noi  vanno lette come una questione politica improrogabile,
su cui intendiamo esprimere le nostre voci, con forza ed
autorevolezza.
Rifiutiamo la strumentalizzazione di queste violenze da parte
del potere pubblico e politico a fini razzisti e di controllo sociale, in nome
della sicurezza delle città (videosorveglianza, controlli polizieschi per il
solo colore della pelle, retate, reato di adescamento…).
Quello che ci
interessa è promuovere un’analisi trasversale  sulla connessione tra tutte le
forme di discriminazione e di violenza sulle donne e sulle lesbiche, spostando l
‘attenzione, il dibattito e la scelta di strumenti di contrasto verso il sistema
di fondo che le favorisce ed alimenta. Quello stesso sistema per cui vengono
rappresentati in modo strumentalmente diverso le violenze contro le donne
commesse da uomini di altre etnie piuttosto che dai “buoni padri di famiglia”.
Quello stesso sistema che ci preferisce “vittime da tutelare” piuttosto che
cittadine da rispettare.
Vogliamo ricordare a tutte/i che il primo regalo
alle donne del nuovo governo Berlusconi è stato il taglio ai già esigui
finanziamenti ai Centri Antiviolenza e di sostegno alle donne, i cui fondi
verranno utilizzati per coprire le mancate entrate dell’ICI.
Per tutto
questo, prendiamo parola, e prendiamo la strada, collettivamente, insieme a
tutte quelle/i che vorranno unirsi  a noi.
 

Tessere-rete delle donne di Bari
 Bari, 10 giugno
2008                                                              per adesioni: 
tesserebari@libero.it
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Report Assemblea 11/06/2008

Care tutte

Ci siamo incontrate (11-6-08) per dar forma alle ultime
questioni che ci pemetteranno di stare

insieme le due giornate del 14 e 15 giugno qui a Bologna.

 

Partiamo dal chiarire ancora, che la definizione dei tre
ambiti di discussione non ha alcuna volontà di tener fuori argomenti già
affrontati negli 8 tavoli tenutisi a Roma ma esclusivamente di circoscriverli
ulteriormente con l’intento già espresso di indirizzare le nostre forze più che
sulla “sostanza” dei temi da discutere 
sull’urgenza di “spendibilità” all’esterno dei punti di convergenza già
raggiunti, non penalizzando comunque il confronto.Per cui qualsiasi tema potrà
trovare spazio purchè non si perda di vista l’obiettivo che ci siamo date.

 

-I tre ambiti di discussione si collocheranno in tre spazi
differenti e le compagne che arriveranno a Bologna dalle h11 in poi dovranno
già raggiungere le sedi dei loro gruppi 
(vi daremo indicazioni per farlo e dei numeri di riferimento da
contattare in caso di difficoltà)

Ci ritroveremo quindi insieme per mangiare in pausa pranzo
(h.13.30)

 

-Sollecitiamo ancora le compagne a prendersi carico
dell’impostazione –presentazione degli ambiti violenza e antirazzismo….   e tutte, a predisporci per uscire dalla
giornata di discussione di sabato con le sintesi dei contenuti e soprattutto
delle proposte in modo tale da facilitare lo svolgersi della plenaria di
domenica, così come è stato a Roma.

 

-La sera del sabato a conclusione dei lavori (h.19
circa)  dopo una pausa aperitivo
organizzata dal Clitoristrix ad Atlantide, manifesteremo contro la
violenza maschile per le vie di Bologna gemellate con le femministe e le
lesbiche di Parigi. Vi ricordiamo quindi di portare  con voi cartelli striscioni e quant’altro per
la partecipazione alla manifestazione.

 

 

-Chiediamo  ancora la disponibilità alle compagne, soprattutto
romane
, che hanno collaudati metodi di sintesi e documentazione in tempo
reale, per aiutarci in sede di plenaria a raccogliere ed organizzare contenuti
e proposte che emergeranno

 

Augurandoci che quest’incontro riesca a perseguire
l’obiettivo di rendere più fluido il coordinamento tra di noi e a programmare
pratiche da condividere a livello nazionale e locale

vi aspettiamo, scusandoci in anticipo se qualcosa
nell’organizzazione sarà carente ed invitando tutte a mettercela tutta per
determinare la buona riuscita delle due giornate.  

Speriamo che almeno il tempo ci grazi!

 

 

                                                                             
Assemblea cittadina femminista e lesbica Bologna

 

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Report Assemblea 04/06/2008

L’assemblea cittadina femminista e lesbica che si è incontrata ieri 4/6/’08
Ha proceduto nell’organizzazione della 2 giorni nazionale
Abbiamo lasciato i tre ambiti di discussione uguali a quelli già
definiti nell’incontro precedente (non avendo avuto indicazioni che ci
inducessero a modificarli)
-Sollecitiamo quindi affinchè ci si proponga per fare la presentazione
di ciascun ambito di modo da offrire un "impianto" che semplifichi la
discussione ed aiuti a non perdere di vista gli obiettivi
-Invitiamo inoltre le compagne a comunicare la loro presenza, infatti
ad oggi non abbiamo assolutamente idea di quante saremo ed invece i
numeri ci servirebbero per definire molte cose
Dagli spazi al pasto……
-Ricordiamo ancora alle donne ed alle lesbiche che verranno di portare
con se striscioni cartelli e quant’altro per la partecipazione alla
manifestazione notturna che si terrà la sera del sabato in gemellaggio
con Parigi.
-Chiediamo  già la disponibilità alle compagne, soprattutto romane,
che hanno collaudati metodi di sintesi e documentazione in tempo
reale, per aiutarci in sede di plenaria a raccogliere ed organizzare
contenuti e proposte che emergeranno
Il tempo stringe, solo 10 giorni ci separano dal nostro incontro
invitiamo tutte ad esserci per raccogliere insieme analisi desideri
indignazione e forza indispensabili per pianificare spazi di agibilità
futura .

Prossima assemblea cittadina – Mercoledì 11/06 ore 21,00 p.ta S.Stefano

Assemblea cittadina femminista  e lesbica Bologna

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il Programma della due giorni a Bologna!!

 

Scarica il programma da volantinare in formato .pdf 

 

Eccolo:

Sabato 14/06/2008
h.10.00 – un saluto presso il Centro delle donne in Via del Piombo 5 (come arrivare…) e divisione dei gruppi di lavoro:
– violenza
 – antifascismo, antirazzismo,
antisessismo
 – Comunicazione

h.13.30 – Pranzo
h.14.30 – Riprendono i lavori
h.19.00 – Aperitivo ad Atlantide

h.22.30 – concentramento per la Manifestazione Notturna contro la violenza maschile

Domenica 15/06/2008
h.10.00 ca – Assemblea Plenaria al Centro delle donne!

 

Il programma formato immagine da pubblicare su siti e blogs:

 

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Flat a Bologna 14 e 15 giugno 2008

Care tutte, ecco le ultime considerazioni (che potete consultare insieme alle altre nella sezione proposte

Ci preme chiarire che la definizione dei tre ambiti di
discussione non ha alcuna volontà di tener fuori argomenti già
affrontati negli 8 tavoli tenuti a Roma ma esclusivamente di
circoscriverli ulteriormente con l’intento già espresso di indirizzare
le nostre forze più che sulla “sostanza” dei temi da discutere
sull’urgenza di “spendibilità” all’esterno dei punti di convergenza
raggiunti, non penalizzando comunque il confronto, per cui qualsiasi
tema potrà trovare spazio purchè non si perda di vista l’obiettivo che
ci siamo date.

-I tre ambiti di discussione si collocheranno in tre spazi differenti e
le compagne che arriveranno a Bologna dalle h11 in poi dovranno già
raggiungere le sedi dei loro gruppi. 
Ci ritroveremo quindi insieme per mangiare in pausa pranzo (h.13.30)

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Ambito 3: Comunicazione


*Comunicazione:*
Di quali strumenti dotarci per comunicare innanzitutto tra
noi, per dare visibilità alla nostra lotta , per parlare linguaggi accessibili,
per essere più efficaci nella comunicazione con l’esterno, i rapporti con la
stampa e lo scambio di comunicazione attraverso blog…..soprattutto nell’ottica
di amplificare la nostra presa di parola pubblica e la diffusione
dell’auspicabile manifestazione nazionale che da questo incontro speriamo possa
finalmente definirsi.

Chiunque voglia contribuire lasciando materiali o candidandosi per tenere la relazione introduttiva può lasciare un commento! 

Il gruppo comunicazione ha creato l’account Skype flat_bologna.

>>Qui i materiali e contributi utili alla discussione (oltre, naturalmente a tutti i commenti a questo post)

>>Qui il video di DonnaTV che mostra la lettura della sintesi riportata qua sotto! 

 

Report: 

1) Farsi media e rapporti con i media mainstream

E’ stata condivisa la priorità di essere media e produrre informazione e non più controinformazione appropriandoci di strumenti di comunicazione accessibili e gratuiti come  server indipendenti, free software… Non soltanto per comunicare iniziative ma anche per mettere in moto dei processi di creazione di immaginari che siano più vicini a noi, ponendoci  non come soggetto antagonista, ma protagonista.
Per contrastare l’egemonia culturale che si dichiara neutra, è necessario costruire delle piattaforme autonome che valorizzino la nostra produzione di senso ma anche intercettare l’indicizzazione del tipo proposto da google attraverso un aggregatore di blog femministi. Ad esempio cercando su google “aborto”, fare in modo che appaiano i link dei nostri siti, blog, ecc, invece che i siti antiabortisti che godono adesso della massima visibilità.
Autoproduzione significa anche creare canali di formazione per noi.

Rispetto ai media mainstream, ci sono posizioni differenti:
Alcune sostengono anche l’importanza di mantenere relazioni con donne che lavorano nel mondo della carta stampata.
Altre preferiscono creare da zero dei media indipendenti, altre vogliono usare l’”opportunità” politica di utilizzare anche i canali dei media mainstream per avere maggior visibilità.
Riguardo ai rapporti con i media mainstream, si preferisce evitare di chiedere la pubblicazione di un comunicato stampa, ma cercare piuttosto di creare un rapporto di forza facendo un’informazione che li metta in condizione di doversi rivolgere a noi per ottenere le notizie (esempio di Genova).

Proposta: monitoraggio dei linguaggio che usano i media mainstream e costruzione di relazioni con giornaliste per “sensibilizzarle” su questioni di genere, linguaggi, ecc.

Riguardo a pratiche e metodologie abbiamo discusso di esperienze in corso: cercatrice in rete, city of god, adotta un consultorio, OGO.

2) Metodo e partecipazione

Su questo punto ci sono state difficoltà a trovare delle risposte. E’ stata posta l’esigenza di definire in plenaria cosa sia sommosse e di chiarire quali siano i luoghi decisionali.
La rete è vista come un processo di partecipazione e non come un’organizzazione verticistica in cui qualcuna decide. E’ emerso lo stesso parere sia rispetto al metodo di comunicazione utilizzato nella mailing list sia rispetto al metodo utilizzato nelle assemblee reali.
Alcune considerano la mailing list come un’assemblea permanente. Altre preferiscono modalità di incontro reale.
Ci accordiamo sul metodo del consenso, ma c’è discordanza su cosa sia la mailing list: diffusione di comunicati, luogo di decisione, assemblea permanente? Bisogna porsi la domanda non in termine di decisione ma di processi.

3) Produzione linguaggi e immaginari – accessibilità strumenti – uscire dall’autoreferenzialità

E’ importante non solo fare ragionamento di rete ma anche sul territorio facendo delle cose comprensibili a chi non ha gli strumenti tecnici e culturali per accedere a dei contenuti che descrivono le nostre lotte.
Una sfida fondamentale è riuscire a creare linguaggi e immaginari che producano prospettive di lotta, nuove idee di futuro e partecipazione per le donne, femministe e lesbiche.
E’ stata espressa l’esigenza di moltiplicare i linguaggi e le pratiche, valorizzandole tutte piuttosto che imporre delle sintesi che raccontino di un’unica iniziativa. Esempio: ci piacerà parlare della campagna Obbiettiamo gli Obiettori e della campagna Adotta Un Consultorio, così come di ogni altra iniziativa che le donne, lesbiche e femministe della rete sceglieranno, se vogliono di mettere in atto.

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Ambito 2: Antirazzismo antifascismo e antisessismo


*Antirazzismo antifascismo e antisessismo*
: urgenza di sintetizzare discorsi e
costruire pratiche antifasciste ed antirazziste a partire dai nostri contenuti
forti dell’antisessismo, (distanti dal machismo di varie pratiche
dell’antifascismo militante) anche di fronte ad un livello di attaccoscontro
che si è evidentemente innalzato e che non può esimerci dal ragionare ancora e
di nuovo sull’autodifesa delle singole e degi spazi, sulla solidarietà, sulla
gestione e le modalità di piazza…


>> Qui
l’esposizione (Video) del gruppo che si è occupato di questi temi!! 

 

Ecco la sintesi:

 

Sintesi della discussione tenuta il
14/06/08 a Bologna

 

ANTIRAZZISMO- ANTI FASCISMO- ANTISESSISMO

I diversi interventi hanno affrontato temi
vari e riflettevano complessivamente la vastità dell’oggetto della discussione.

Per comodità di esposizione, i diversi
punti proposti sono stati divisi in una prima parte di analisi del nostro
presente ed in una seconda parte di proposte di azione comune.

 

Analisi

Alcuni interventi hanno individuato fonti
specifiche di discriminazione di stampo sessista, razzista e fascista

–        
Politiche familiste – famiglia

–        
Leggi sull’immigrazione

–        
Precarietà del lavoro

Ed hanno quindi denunciato le
responsabilità di queste politiche come cause del presente progressivo
incremento del

–        
razzismo diffuso tra la gente, nei media

es. criminalizzazione dell’immigrazione

–        
fascismo nella politica istituzionale

es. schedatura
dei rom

 

Alcuni interventi hanno riflettuto sul
rapporto tra la violenza sessista, razzista, e fascista e l’autodifesa.
L’autodifesa è stata intesa nei diversi interventi o in relazione alla violenza
maschile o come pratica militante in particolare nel contesto
dell’anti-fascismo. Complessivamente sono emerse le seguenti indicazioni:

–        
l’autodifesa praticata dalle donne e dalle
lesbiche contro la violenza è uno strumento di autodeterminazione

–        
l’autodifesa è uno strumento per opporci al
sessismo, al razzismo ed al fascismo, in quanto politiche antagoniste alla
nostra autodeterminazione

–        
l’aumento delle aggressioni organizzate di
gruppi di fascisti pone la questione su come organizzare la nostra autodifesa

–        
l’organizzazione della nostra auto-difesa
contro la violenza respinge i condizionamenti delle forme di organizzazione
della politica mista

 

Alcuni interventi hanno affrontato specificamente
i temi dell’immigrazione e del razzismo che condiziona le politiche di
accoglienza in particolare per quanto riguarda le donne migranti.

•         
Intrecci di razza e genere nel determinare
la divisione sessuale del lavoro, es. badanti

•         
il nesso tra precarietà e permesso di
soggiorno (“puoi restare finché servi”) condiziona la ricattabilità di tutte
noi nel mercato del lavoro in generale

•         
“lo straniero cattivo da espellere” delle
rappresentazioni mediatiche è maschio, mentre le donne straniere possono
essere  immediatamente integrate nel
mercato del lavoro di cura

 

É stata indicata la reciprocità tra le
condizioni di migranti e native, per un riconoscimento reciproco attraverso
cui   perseguire insieme la nostra comune
auto-determinazione.

–        
La scarsa partecipazione delle donne
migranti negli ambiti del nostro movimento è vista come una carenza indicativa
di una difficoltà di relazione (“ci aspettiamo che debbano essere loro a venire
da noi”)

–        
il superamento di queste difficoltà è
necessario per noi per promuovere una politica anti-sessista, anti-razzista ed
anti-fascista più efficace

–        
le relazioni con le donne migranti devono
affrontare diversità di condizioni materiali di vita, linguaggi, vissuti,
oppressioni e di bisogni.

–        
Non ci rivolgiamo alle donne migranti per
solidarietà con le “loro” istanze, ma crediamo di avere istanze comuni che ci
riguardano tutte direttamente   

 

Alcuni interventi hanno infine denunciato
la repressione che  ha colpito alcuni dei
gruppi presenti in seguito ad azioni anti-sessiste, anti-fasciste ed
anti-razziste (es. contro l’obiezione di coscienza in tema di aborto, contro
gli attacchi ai nomadi, contro lo stupro) facendo riferimento a

–        
repressione poliziesca

–        
repressione penale

 

 

PROPOSTE DI AZIONE COMUNE

 

Alcuni interventi hanno ipotizzato la
costruzione del 25 novembre 2008 relativamente ad aspetti diversi

•         
fare una manifestazione nazionale nel sud
italia

•         
intensificare le relazioni con le donne
migranti per farle convergere su quella data

•         
interrogarci sulle motivazioni del
separatismo della manifestazione del 25/11/07 per capire se questa scelta può
essere riprodotta o meno, e su che basi.

 

 

Alcuni interventi hanno ipotizzato
appuntamenti a più breve  termine anche
di carattere locale, ed hanno proposto l’apertura alla rete nazionale di questi
appuntamenti

•         
5/7/08 a Bologna, manifestazione
provinciale promossa dalle donne del coordinamento migranti intervenute nella
discussione, come momento per creare occasioni 
di relazione con le donne migranti.

•         
28/6/08 a Bologna, Pride nazionale

•         
settembre a Roma, dibattito sul pacchetto
sicurezza

 

Alcuni
interventi hanno inoltre indicato alcune pratiche di azione quotidiana per
meglio contrastare la violenza sessita, razzista e fascista:

 

Riconoscimento tra donne come
riconoscimento del posizionamento di ciascuna

 

Approfondire la riflessione sulle
difficoltà nel condividere le diverse lotte

 

Andare nei quartieri

 

Costruzioni di reti locali con donne
migranti

 

 

 

 

 

ANTIRAZZISMO- ANTI FASCISMO- ANTISESSISMO

–        
Politiche familiste – famiglia

Leggi
sull’immigrazione

Precarietà del lavoro

Si traducono in un incremento

–        
razzismo diffuso

–        
fascismo nella politica istituzionale

es. schedatura
dei rom

 

–        
autodifesa contro la violenza

affrontare l’aumento
delle aggressioni fasciste senza il machismo nel misto

 

–        
relazioni con le donne migranti

affrontare
diversità di condizioni materiali di vita, linguaggi, vissuti, oppressioni e di
bisogni

non facciamo per solidarietà ma perché si
tratta di questioni che riguardano tutte: divisione sessuale del lavoro,
precarizzazione

lavoro di cura: intrecci di razza e genere,
es. badanti (lo straniero cattivo come maschio perché le donne servono per il
lavoro di cura)

–        
repressione penale

 

PROPOSTE OPERATIVE:

costruzione del 25 novembre (sud con le
donne migranti)

 

appunti intermedi (5/7 bologna coord
migranti) per creare occasioni  di
relazione con le donne migranti.

 

Riconoscimento tra donne come
riconoscimento del posizionamento di ciascuna

 

Approfondire la riflessione sulle
difficoltà nel condividere le diverse lotte

 

Andare nei quartieri

 

Costruzioni di reti locali con donne
migranti

 

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Ambito 1: Violenza maschile


*Violenza maschile*
tema amaro sul quale tutte ci siamo ritrovate sin
dall’inizio, che faccia tesoro di quanto ci siamo già dette fin qui, e che
continui l’analisi trasversale (violenza familiare e extra, femminicidi,
povertà isolamento…) che ci permetta di evidenziare la connessione tra tutte le
forme di discriminazione e violenza sulle donne e le lesbiche e capire come
spostare la nostra lotta e critica dall’episodio particolare, al sistema di
fondo che lo rende possibile , agendo alla radice delle cause. Un obiettivo da
tener presente sarà la formulazione di strategie e strumenti efficaci da
adottare per denunciarearginare e imporre come questione politica non più
prorogabile"la mattanza" alla quale ogni giorno assistiamo.

 >>Qui  alcuni documenti utilizzati dall’assemblea

 

>>Qui il video di DonnaTv che mostra l’esposizione del report in assemblea plenaria.

Report: 

 

DOCUMENTO DI SINTESI FINALE

 

Il gruppo di discussione sulla violenza tenutosi a Bologna il 4
giugno 2008 sente l’urgenza di valorizzare le pratiche e i contenuti di gruppi
e singole operanti nell’ambito del movimento nazionale di sommosse, anche
quando non adottate come pratica collettiva, in quanto comunque espressione di
autodeterminazione della soggettività femminista e lesbica.

Riteniamo necessario individuare pratiche comuni di lotta e di
contrasto al sistema patriarcale su molteplici piani: l’elaborazione dei saperi
di femministe e lesbiche è frutto della relazione tra donne, che è pratica
politica, la quale riesce a produrre cultura condivisa.

Le violenza degli uomini su donne e lesbiche è pervasiva, e in
quanto tale deve essere assunta a parametro di analisi e interpretazione delle
relazioni di potere che attraversano la società in tutti gli ambiti, cioè al
fine di poterle decostruire con i nostri linguaggi e le nostre azioni.

Il modello patriarcale è stato interiorizzato dalle donne stesse
e la nostra azione deve essere volta a liberarci da tali schemi mentali: agendo
a livello culturale, proponendo una formazione sessuata, interrogandoci anche
attraverso la promozione di inchieste.

La violenza su donne e lesbiche, in qualsiasi ambito si
manifesti, è espressione del potere esercitato dagli uomini e dalle istituzioni
sulle donne.

La violenza maschile è un fatto culturale trasversale,
rappresenta uno strumento di controllo e disciplina finalizzato a impedire alle
donne e lesbiche di liberarsi dai ruoli imposti di mogli, madri e oggetti del
desiderio.

Questo controllo serve a vincolarci indissolubilmente a questi
ruoli, e si esercita soprattutto attivando delle politiche di “welfare” che
contribuiscono ad autoalimentare la condizione di precarietà di vita e
lavorativa delle donne e delle lesbiche attraverso la divisione sessuata del
lavoro.

La libertà di donne e lesbiche è strettamente connessa all’eliminazione
della loro condizione di precarietà e povertà. Attraverso l’acquisizione di
un’autonomia di tipo economico più facilmente la donna può autodeterminarsi, svincolandosi
dalle costrizioni familiari e riappropriandosi di spazi e socialità sessuata:
questo soltanto può rappresentare per le donne e le lesbiche sicurezza, intesa
come potere di autodeterminarsi senza vincoli eterodeterminati.

Le politiche familiste e securitarie  sono antifemministe in quanto ricacciano le
donne nelle case e spacciano per sicurezza quella che è oppressione: i nostri
corpi non saranno mai strumenti di repressione 
e xenofobia.

Noi femministe e lesbiche scegliamo di autorganizzarci e non
delegare a nessuno e a nessuna la rappresentanza dei nostri bisogni e istanze.

Riproponiamo una manifestazione nazionale per sabato 22 novembre
che, se le compagne del sud sono in grado di garantire l’organizzazione,
potrebbe portare la presenza di femministe e lesbiche su quei territori, in
alternativa da farsi a Roma.

In  preparazione di questa
manifestazione sarebbe opportuno aprire una campagna di informazione a tappeto
sui territori, con parole d’ordine comuni, individuando insieme le date per le
iniziative in ogni città.

A partire dalle pratiche già condivise di presidi contro la
violenza maschile su donne e lesbiche, riteniamo un importante strumento
politico supportare tutte le donne che decidono di denunciare le violenza
subite, sostenendole e garantendo loro la presenza del movimento, per tutta la
durata del processo con presidi anche sotto i tribunali.

Questo è uno strumento politico di visibilità tangibile della
solidarietà delle donne e lesbiche che può essere utile per aiutare ad uscire
dalla violenza anche per le donne che la vivono come fatto privato.

Invitiamo tutte le donne e le lesbiche a partecipare alle
udienze del processo per il femminicidio di Barbara Cicioni come momento di presenza
politica per non relegare la violenza maschile su donne e lesbiche alla
marginalità della sfera privata, ma farne strumento di analisi politica
sessuata e di autodeterminazione.

 

 

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FLAT a Bologna – Pronte…Via!

Care tutte

L’assemblea cittadina incontratasi ieri 275’08 per
procedere nell’organizzazione dell’incontro nazionale che ci vedrà insieme il
14 e 15 giugno ’08, ha
sentito innanzitutto la necessità di ridefinire i passaggi e gli argomenti
politici che ci hanno portate a scegliere, cercando di conciliare proposte e
desideri differenti, le forme organizzative che si stanno definendo.

Partite da idee diverse su come rivederci con il nazionale, alcune orientate su
2 giorni di plenaria altre sulla riproposizione dei tavoli nella loro forma
originale, ci siamo trovate sin dalla prima assemblea a trovare una formula
intermedia. che escludesse la prima ipotesi per il suo rischio di dispersività
ed anche la seconda a favore di un confronto che partisse dalla priorità di
vederci più che sulla "sostanza " dei temi di interesse, sulla
volontà di esternazione dei punti di convergenza già raggiunti (e quindi
pratiche e strategie per essere efficacemente presenti sul territorio) non a
totale discapito però dell’analisi e del confronto, urgente a maggior ragione
di fronte ad un sistema sociale "malato" che evidentemente non ha più
reticenze a mostrare la sua peggior faccia.

A partire da questo si è pensato alla strutturazione di
ambitispazi di discussione che potevano avere il vantaggio di semplificare
l’incontro permettendoci di parlare meglio (che tutte insieme) e che avrebbero
potuto facilitare una scelta unitaria sulle strategie.

Abbiamo quindi proceduto definendo gli ambiti anche sulla base delle
indicazioni delle compagne delle varie città.


*Violenza maschile*
tema amaro sul quale tutte ci siamo ritrovate sin
dall’inizio, che faccia tesoro di quanto ci siamo già dette fin qui, e che
continui l’analisi trasversale (violenza familiare e extra, femminicidi,
povertà isolamento…) che ci permetta di evidenziare la connessione tra tutte le
forme di discriminazione e violenza sulle donne e le lesbiche e capire come
spostare la nostra lotta e critica dall’episodio particolare, al sistema di
fondo che lo rende possibile , agendo alla radice delle cause. Un obiettivo da
tener presente sarà la formulazione di strategie e strumenti efficaci da
adottare per denunciarearginare e imporre come questione politica non più
prorogabile"la mattanza" alla quale ogni giorno assistiamo.


*Antirazzismo antifascismo e antisessismo*
: urgenza di sintetizzare discorsi e
costruire pratiche antifasciste ed antirazziste a partire dai nostri contenuti
forti dell’antisessismo, (distanti dal machismo di varie pratiche
dell’antifascismo militante) anche di fronte ad un livello di attaccoscontro
che si è evidentemente innalzato e che non può esimerci dal ragionare ancora e
di nuovo sull’autodifesa delle singole e degi spazi, sulla solidarietà, sulla
gestione e le modalità di piazza…

 


*Comunicazione:*
Di quali strumenti dotarci per comunicare innanzitutto tra
noi, per dare visibilità alla nostra lotta , per parlare linguaggi accessibili,
per essere più efficaci nella comunicazione con l’esterno, i rapporti con la
stampa e lo scambio di comunicazione attraverso blog…..soprattutto nell’ottica
di amplificare la nostra presa di parola pubblica e la diffusione
dell’auspicabile manifestazione nazionale che da questo incontro speriamo possa
finalmente definirsi.

Ci stiamo organizzando perché i tre ambiti possano stare se non nello stesso
spazio quantomeno vicini dislocandoli fra il Santa Cristina sede della
biblioteca nazionale delle donne ed Atlantide sede del Clitoristrix perché
pensiamo che dividerci possa in qualche modo disperdere energie.

Dopo esserci salutate insieme ci divideremo nei tre gruppi seguiremo presumibilmente
lo "schema romano" riunendoci a conclusione del sabato in una piccola
plenaria nella quale verrà tra l’altro comunicata alle compagne la modalità con
la quale vorremo tenere la manifestazione notturna del 14 sera già indetta.

La domenica in plenaria con sforzo di concentrazione massimo e collettivo si
tireranno le somme della giornata precedente e si "pianificherà il
futuro".

Chiediamo alle compagne del sud che avessero difficoltà di tipo economico per
raggiungere Bologna di comunicarcelo per capire in che misura siamo in grado
contribuire alle spese.

Stiamo organizzando una rete di ospitalità che permetta a tutte quelle che
arriveranno di avere se non proprio un letto, quantomeno un tetto sotto il
quale dormire.

Chiediamo ancora a tutte le compagne, se ritengono, di darci ancora indicazioni
per definire meglio l’organizzazione di un’assemblea che sia il quanto più
possibile rispondente ai nostri desideri ed alle nostre necessità guidate
dall’esigenza comune di come procedere insieme in maniera efficace.


 L’assemblea cittadina delle donne e dele lesbiche di bologna si
 rivedrà mercoledì 4 giugno ’08

Vi daremo quindi conferma di come stiamo procedendo.

Saluti femministi

Assemblea lesbica e femminista Bologna

285’08


 

Per lasciare contributi, materiali o candidarti a preparare la relazione introduttiva visita le sezioni relative agli ambiti di discussione…insomma, clicca qui!!

 

 

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La rete nazionale femminista e lesbica risponde alla ministra Carfagna

La lista Sommosse
in maniera condivisa ha lavorato sul testo collettivo di risposta
alla Carfagna che potete leggere sotto. Il testo risponde alla lettera al direttore di repubblica inviata dalla ministra sulla violenza contro le donne.

 

Egregia Ministra Carfagna,

abbiamo letto con attenzione la Sua "lettera al direttore" di
Repubblica nella quale descriveva le Sue considerazioni sulla questione
della violenza alle donne.

Di queste considerazioni non condividiamo quasi nulla. Il contenuto
della lettera ci ha invece indotto a scriverLe per introdurLa ad una
differente lettura dei dati statistici sulle violenze contro le donne
che certamente Le sono noti.

Una lettura che trova d’accordo le 150 mila donne, femministe e
lesbiche che hanno partecipato al corteo contro la violenza maschile
dello scorso 24 novembre.

La causa delle violenze degli uomini non risiede nella presunta
fragilità delle donne e di sicuro non va ricercata nel minore interesse
a realizzare "la famiglia, quale cellula primaria della società
italiana".

Noi sappiamo che la famiglia è effettivamente il luogo all’interno del quale si realizzano le più atroci violenze.

Sembra invece più credibile quanto Lei afferma circa il fatto che la
famiglia, in quanto "ammortizzatore sociale" necessiterebbe di tutela.
E’ infatti noto che il welfare italiano chiede alla famiglia di
supplire alle carenze di uno Stato che non provvede alla risoluzione
della precarietà di tante persone non in grado emanciparsi dal bisogno
ed essere autosufficienti.

Il fatto che la famiglia sia eletta ufficialmente al ruolo di
"ammortizzatore sociale" ci rende molto chiaro quale sia il ruolo che
viene attribuito alle donne in un contesto che richiede surrogati di
servizi, figure palliative obbligate ad assolvere ai ruoli di cura che
altrimenti nessuno svolgerebbe.

Sappiamo che le scelte economiche del nostro paese in relazione al
"lavoro" hanno come immediata conseguenza quella di riportare a casa le
donne obbligandole ad una dipendenza che di sicuro non le aiuta a
sottrarsi da situazioni di violenza. Invece crediamo che la famiglia,
qualunque essa sia e da chiunque sia composta, debba essere una
"scelta" e non un obbligo. Di sicuro non riteniamo che la famiglia sia
"un luogo di realizzazione".

Lei non può negare che la famiglia sia il luogo per eccellenza, a
parte poche eccezioni, in cui le donne subiscono violenze. Ciò è
possibile per una distorsione di quella stessa cultura della quale Lei
si fa portatrice.

Promuovere una politica familista all’interno della quale è ammesso
un unico modello di sessualità  – secondo quanto da millenni qui in
Occidente la Chiesa cattolica impone, e altrove analogamente fanno
altre religioni –  è il modo migliore per legittimare una mentalità
discriminatoria e sessista di per se’ veicolo di violenza.

E’ poi estremamente pericoloso che Lei assegni alle separazioni, ai
divorzi e all’affidamento dei figli e delle figlie la causa delle
tensioni che determinano gravissime tragedie all’interno dei nuclei
familiari.

Una simile considerazione non tiene conto dei dati storici che
dimostrano proprio che la maggior parte delle violenze da ex coniugi
avviene in occasione degli incontri tra padre e madre per lo scambio
del figlio. Stiamo parlando di quei tanti casi in cui l’affido
condiviso è stato concesso nonostante la presenza di denunce per
violenze e maltrattamenti nei confronti del coniuge e si permette così
all’ex di avere la opportunità di continuare a fare del male a moglie e
figlio.

Lei evidentemente non sa che se è vero che l’umore degli uomini
violenti si appesantisce in presenza di fattori di stress è anche vero
che questi non derivano di sicuro soltanto dalle separazioni e dagli
affidi di figli e figlie. Ha Lei forse intenzione di semplificare la
vita di queste persone in ogni aspetto?

Gli uomini non picchiano perché fremono dal desiderio di vedersi
affidato il figlio dopo una separazione. Saprà certamente che il padre
troppo spesso non versa gli alimenti ne’ adempie al proprio ruolo di
genitore nonostante vi sia ampia disponibilità da parte delle madri.

Capita anzi che i bambini e le bambine vengano uccisi assieme alle
loro mamme proprio da quei padri che intendono l’intera famiglia quale
proprietà. Ed è questo l’aspetto fondamentale sul quale la cultura non
interviene: il possesso.

Non sono passati molti anni da quando è stata eliminata la figura
del capofamiglia. Non è trascorso molto tempo neppure dal momento in
cui il padre è stato privato dello ius corrigendi, il diritto di
correzione di ogni membro della famiglia.

E’ di quella modalità che stiamo parlando, prima legalizzata e ora culturalmente legittimata.

Bisogna intervenire sulla cultura. Bisogna impedire che vi sia una
attribuzione di ruoli alle donne che devono poter autodeterminare le
proprie esistenze. Ed è a questo punto che siamo obbligate a ricordarLe
che è Lei per prima a dare un messaggio distorto sul ruolo e le
funzioni delle donne.

Siamo certe che è in grado di capire che sostenere la Sua posizione
contraria all’interruzione di gravidanza equivale a dire che le donne
non possiedono il proprio corpo e non hanno il diritto di
autodeterminarsi. Delegittimare le donne nelle proprie scelte rafforza
quella visione che le immagina bisognose di tutori che decidano per
loro quasi non fossero in grado di intendere e volere.

Il messaggio che Lei trasmette è che le uniche donne che non
meritano di essere picchiate o, peggio, uccise, sono quelle che si
dedicano alla famiglia come luogo primario di realizzazione e che
accettano supinamente di fare dei figli. Secondo questi parametri è
facile che gli uomini si sentano in diritto di dover esercitare su di
noi una sorta di controllo sociale, come fossero aguzzini che ci
tengono a bada mentre adempiamo ai nostri ruoli, o che si sentano
autorizzati a dover reintrodurre il loro sistema di correzione per
insegnarci ad essere ben educate, protese alla cura delle esigenze
familiari e mai in contraddizione con i ruoli che proprio questa
cultura patriarcale ci assegna.

Bisogna anche intervenire praticamente, siamo d’accordo, ma non nel
modo che intende Lei. Di sicuro non ci sembra un gran segno di
"concretezza" il fatto che il governo tagli il fondo di 20 milioni di
euro per la prevenzione e il sostegno alle vittime della violenza
sessuale. Anzi questo ci dimostra che avevamo ragione: il governo usa i
nostri corpi per legittimare la propria politica razzista e poi ci
sottrae fondi indispensabili per attuare una politica contro la
violenza.

Ecco invece quanto noi intendiamo per "concretezza:

E’ necessario puntare su una politica che rafforzi le possibilità di
autodeterminazione delle donne. Non serve un sistema di leggi che
rafforzino il modello securitario. Dentro le nostre case serve che noi
siamo in grado di difenderci, di individuare i pericoli per prevenirli,
di avere luoghi ai quali poter fare riferimento per andare via prima
che si possano verificare mille tragedie, di avere diritto ad una
abitazione e ad un lavoro che ci permettano di vivere autonomamente
senza dover restare piegate alla dipendenza economica dai mariti.

Abbiamo bisogno che i centri antiviolenza non dipendano dagli umori
degli amministratori locali ma che vengano stanziati fondi nazionali
che ne garantiscano l’operatività.

Abbiamo bisogno di interventi strutturali che stabiliscano delle
priorità difficili, certamente non plateali come l’adozione di eserciti
o centinaia di poliziotti che in ogni caso non saranno mai in grado ne
avranno mai il diritto di pattugliare le nostre case.

Abbiamo bisogno che i genitori non siano prescrittivi nei confronti
delle preferenze sessuali delle proprie figlie e dei propri figli. Non
ci deve essere nessun genitore autorizzato ad accoltellare una figlia
perché è lesbica.

Il suo obiettivo come Ministro per le Pari Opportunità è garantire che le opportunità siano veramente "pari" per tutte le donne.

Le azioni del Ministero delle Pari Opportunità devono essere improntate a riconoscere e promuovere le nostre reali necessità.

Sia garante della concreta promozione dei diritti umani delle donne,
primo tra tutti il diritto ad una vita libera dalla violenza, il
diritto alla scelta su cosa fare della nostra vita e dei nostri corpi,
così come voluto dalle principali convenzioni internazionali.

Cordiali saluti

Rete Nazionale Femminista e Lesbica

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