21 novembre 2008
da siciliainformazioni.com
La violenza alle donne fa rima con casa: 6.271.000 italiane hanno o hanno subito dal partner violenze fisiche, sessuali o psicologiche. Si tratta, spesso, di violenze ripetute (fra 2 e 10 episodi per il 46,1 pe rcento): le violenze più gravi riguardano 1.572.000 donne, nel 95,9 per cento dei casi è violenza fisica, ma è frequente che sia accompagnata anche da quella sessuale. Non solo. Ben 2.077.000 donne per l’Istat sono state oggetto di stalking da parte di ex fidanzati o ex mariti, succubi di comportamenti persecutori (dalle telefonate agli appostamenti, dalle minacce alle e-mail) che impediscono loro di mettere definitivamente il punto ad una storia d’amore ormai finita.
Fra pochi giorni, il 25 novembre, si celebrerà la Giornata internazionale contro la violenza alle donne. Contro un fenomeno che in Italia è ancora molto esteso (oltre 14 milioni le donne hanno subito violenza fisica, sessuale, psicologica nel corso della vita) e che si consuma, spesso, fra le mura domestiche domani, 22 novembre, la Rete nazionale di femministe e lesbiche scenderà in piazza a Roma: un corteo si snoderà lungo le vie del centro a partire dalle 14 da Piazza della Repubblica per giungere a Piazza Navona. L’obiettivo è di replicare il successo dello scorso anno quando scesero in piazza per l’occasione circa 150mila manifestanti.
Dati allarmanti sul fenomeno giungono dall’Istat in un’ elaborazione sugli ultimi dati disponibili. "Ma il fatto più grave – commenta Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell’Istat – è che a fronte di una maggioranza di violenze gravi da parte dei partner, solo il 7,3 per cento delle violenze subito dal partner sono denunciate. Di queste, solo l’8 per cento dei partner denunciati sono condannati. I partner violenti condannati sono meno dell’1 per cento, il che significa che la violenza del partner rimane sostanzialmente impunita".
La violenza domestica ha ricadute nella vita quotidiana: il 6,1 per cento delle donne si è dovuta astenere dalle normali attività quotidiane e il 5 per cnto si è dovuta assentare dal lavoro. L’assenza dal lavoro varia da un minimo di un giorno (2,6 pe rcento) ad un massimo di 90 (2,4 per cento); la quota maggiore (34,7 per cento) è di una settimana. Il 10 per cento ha fatto ricorso a farmaci o all’alcol, il 7 per cento solo a farmaci. L’11,3 per cento ha chiesto consulenze psicologiche. Chi decide di separarsi è comunque una minoranza: quando la violenza è considerata molto grave dalla donna, la spinta ad andare via di casa è maggiore (28,1 per cento), così se si associano violenze fisiche e sessuali (24,4 per cento) o nei casi di stupri o tentati stupri (27,6 per cento). Per il 51,4 per cento delle donne che denunciano il partner di violenza c’é l’amara insoddisfazione del lavoro delle forze dell’ordine: lamentano poca serietà ed accoglienza nel prendere la denuncia (32,5 per cento) ed una scarsa protezione (25,6 per cento).
In occasione del 25 novembre, Telefono Rosa ha presentato una guida per la prevenzione delle violenze che sarà distribuito in 10 mila copie nei supermercati Coop della capitale. Ha anche rivolto un appello alle parlamentari per un’azione comune perché sia approvata la legge che istituisce il reato di stalking. E dall’Onu giunge un chiaro messaggio: "occorre fare di più per dare esecuzione alle leggi esistenti e combattere l’ impunità. Bisogna combattere atteggiamenti che tendono a perdonare, tollerare, giustificare o ignorare la violenza commessa contro le donne. E vanno aumentati gli stanziamenti finanziari a sostegno delle vittime e delle donne sopravvissute alla violenza".
Agnese Malatesta