UN ALTRO DECRETO CONTRO LE DONNE

dell’ ASSEMBLEA ROMANA DI FEMMINISTE E LESBICHE
 

L’assemblea romana di femministe e lesbiche si unisce alla lotta dei comitati, reti di scuole, madri, insegnanti e quante operano nel settore scolastico, contro i recenti provvedimenti legislativi che minacciano la qualità dell’istruzione pubblica in Italia.

Tali provvedimenti si inseriscono nel quadro di uno smantellamento globale dei servizi pubblici e di quei diritti che sono frutto di lotte portate avanti da uomini e da donne che hanno creduto che una scuola aperta a tutti e a tutte, sia la premessa per una vera crescita.

Oggi il Decreto Gelmini, insieme agli altri provvedimenti approvati, tra cui la Finanziaria di Tremonti, ripropongono una scuola "monolitica", sanzionatoria, chiusa di fronte alle differenze e incapace di coglierne il valore.

Inoltre, l’approvazione della mozione del leghista Cota, con cui vengono istituite le classi di inserimento, ci riporta ad un periodo in cui prevaleva nella scuola il criterio della separazione, rispetto a quello del confronto costruttivo.

I tagli che oggi investono il settore scolastico sono segno della scarsa considerazione data all’educazione in Italia. In una società sempre più complessa, la scuola necessita di risorse umane e finanziarie, per cogliere le nuove esigenze e poter dare risposte adeguate. Oltre a non tenere conto di ciò, la riduzione dei finanziamenti lascerà senza lavoro migliaia di donne, in un paese dove l’occupazione femminile è tra le più basse d’Europa e dove le sono ancora fortemente discriminate negli ambienti di lavoro.

Il decreto Gelmini, avrà pesanti ricadute sulla vita di noi donne che, in quanto madri, e/o insegnanti subiremo un peggioramento della nostra qualità di vita e, ancora una volta, una forte limitazione della nostra libertà di scelta.

La riduzione del tempo scuola da 40 a 24 ore settimanali, costringerà molte famiglie ad assumere una babysitter e chi non potrà permetterselo a rinunciare al proprio lavoro. Molte di queste saranno donne, per una tendenza che ancora, nonostante le conquiste fatte, vede il lavoro svolto fuori casa delle donne meno importante di quello degli uomini.

Ricordiamo che essere dipendenti economicamente significa ancora oggi per molte donne essere obbligate a restare in situazioni di violenza.

La riduzione dell’orario nella scuola elementare si inserisce inoltre in un contesto di insufficienza clamorosa dei servizi per l’infanzia, per esempio degli asili nido.

Il decreto propone inoltre di ritornare ad avere in classe un insegnate unica ignorando il valore della pluralità di pensiero, delle esperienze di vita, delle relazioni che la scuola dovrebbe promuovere.

Per noi pluralità significa crescita, confronto, incontro: la scuola non può rinunciare a questa opportunità, ma deve al contrario valorizzarla.

Nel progetto di una scuola meno democratica, meno aperta, meno competente delineato dai nuovi decreti di questa presunta riforma, si inserisce l’assenza di ogni riferimento al valore della laicità. Al contrario l’insegnante di religione è l’unica specialista che rimane nella scuola in questo clima di tagli finanziari che colpiscono anche le "insegnanti di sostegno".

Il valore della laicità nell’istruzione del resto risulta già minato dall’insufficienza dei servizi scolastici, specie da zero a sei anni, che spinge molte famiglie a rivolgersi a scuole private, spesso confessionali.
La violenza contro le donne ha molte facce. Quella istituzionale è una di queste.
DICIAMO NO A QUESTO DECRETO CHE LIMITA IL DIRITTO DELLE DONNE DI SCEGLIERE
DICIAMO NO A UN DECRETO CHE IMPOVERISCE LA SCUOLA

DICIAMO NO A QUESTA FORMA DI VIOLENZA DELLE ISTITUZIONI SULLA VITA DELLE DONNE
 

MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

Sabato 22 novembre 2008 ore 14

P.zza della Repubblica Roma

ASSEMBLEA ROMANA DI FEMMINISTE E LESBICHE     flat.noblogs.org

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