Rete delle donne umbre – Perugia

Un anno fa siamo scese in piazza in 150.000 per dire basta alla violenza
maschile sulle donne, nella piena consapevolezza che il femminicidio è una
realtà universale, una “tradizione” che si tramanda nel mondo, in ogni paese.
L’Italia non è un’isola felice, rispetto a questa tragica situazione, e
neanche la nostra regione,come le cronache, con brutale e nuda concretezza,
ci ricordano quasi quotidianamente.

A un anno di distanza gli attacchi alla nostra autodeterminazione e alla
nostra dignità sono aumentati esponenzialmente e la crisi economica che
stiamo attraversando mostra con chiarezza come la violenza sessista abbia molte
facce.  E’ sempre più evidente, infatti, in che misura la deriva
autoritariadelle nostre istituzioni abbia come bersaglio principale noi donne e i
nostri bisogni di libertà e rappresentazione.

 


A partire dal luogo “privilegiato” della violenza: la famiglia patriarcale,
e poi nei luoghi di lavoro, dove
precarietà, bassi salari,  mobbing, licenziamenti, sono il frutto perverso
dei provvedimenti governativi per “risanare” l’economia in crisi,
smantellando lo stato sociale (asili,scuole, consultori, sanità pubblica …)  e cercando
di fare arretrare le donne verso l’antico ruolo tradizionale di mogli e madri,
inabilitate a esprimere la propria soggettività e la radicalità delle
proprie differenze.

La legge 133 della finanziaria, il decreto (ormai legge) Gelmini sulla

scuola, ma ancora prima l’attacco alla legge 194 preannunciato dalle
legge 40, il decreto Carfagna  sulla prostituzione, i provvedimenti contro le/i
migranti, i pronunciamenti sull’omosessualità, le politiche securitarie e
repressive fatte “in nostro nome”, sono altrettanti esempi di come la società
patriarcale esprima la violenza maschile, xenofoba e di classe, a partire dal
misconoscimento dei corpi e delle identità delle donne, se non in una
visione mercificata delle relazioni e degli scambi.

Dire no alla violenza contro le donne significa dire no a ogni violenza, a

ogni discriminazione, a ogni razzismo. Il vero cambiamento non può che
iniziare da questo no.

Vogliamo né più né meno la costruzione di una realtà sovversiva

rispetto a un modello di dominio patriarcale – sordamente, ostinatamente teso ad
autoriprodursi all’infinito – che ha generato un sviluppo che produce
morte, guerra, sfruttamento, disparità.

In questo spirito e con il nostro corpo  di donne aderiamo alla

manifestazione contro la violenza  indetta per il 22 Novembre a Roma.

Rete delle Umbria-Perugia

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