*Violenza maschile* tema amaro sul quale tutte ci siamo ritrovate sin
dall’inizio, che faccia tesoro di quanto ci siamo già dette fin qui, e che
continui l’analisi trasversale (violenza familiare e extra, femminicidi,
povertà isolamento…) che ci permetta di evidenziare la connessione tra tutte le
forme di discriminazione e violenza sulle donne e le lesbiche e capire come
spostare la nostra lotta e critica dall’episodio particolare, al sistema di
fondo che lo rende possibile , agendo alla radice delle cause. Un obiettivo da
tener presente sarà la formulazione di strategie e strumenti efficaci da
adottare per denunciarearginare e imporre come questione politica non più
prorogabile"la mattanza" alla quale ogni giorno assistiamo.
>>Qui alcuni documenti utilizzati dall’assemblea
>>Qui il video di DonnaTv che mostra l’esposizione del report in assemblea plenaria.
Report:
DOCUMENTO DI SINTESI FINALE
Il gruppo di discussione sulla violenza tenutosi a Bologna il 4
giugno 2008 sente l’urgenza di valorizzare le pratiche e i contenuti di gruppi
e singole operanti nell’ambito del movimento nazionale di sommosse, anche
quando non adottate come pratica collettiva, in quanto comunque espressione di
autodeterminazione della soggettività femminista e lesbica.
Riteniamo necessario individuare pratiche comuni di lotta e di
contrasto al sistema patriarcale su molteplici piani: l’elaborazione dei saperi
di femministe e lesbiche è frutto della relazione tra donne, che è pratica
politica, la quale riesce a produrre cultura condivisa.
Le violenza degli uomini su donne e lesbiche è pervasiva, e in
quanto tale deve essere assunta a parametro di analisi e interpretazione delle
relazioni di potere che attraversano la società in tutti gli ambiti, cioè al
fine di poterle decostruire con i nostri linguaggi e le nostre azioni.
Il modello patriarcale è stato interiorizzato dalle donne stesse
e la nostra azione deve essere volta a liberarci da tali schemi mentali: agendo
a livello culturale, proponendo una formazione sessuata, interrogandoci anche
attraverso la promozione di inchieste.
La violenza su donne e lesbiche, in qualsiasi ambito si
manifesti, è espressione del potere esercitato dagli uomini e dalle istituzioni
sulle donne.
La violenza maschile è un fatto culturale trasversale,
rappresenta uno strumento di controllo e disciplina finalizzato a impedire alle
donne e lesbiche di liberarsi dai ruoli imposti di mogli, madri e oggetti del
desiderio.
Questo controllo serve a vincolarci indissolubilmente a questi
ruoli, e si esercita soprattutto attivando delle politiche di “welfare” che
contribuiscono ad autoalimentare la condizione di precarietà di vita e
lavorativa delle donne e delle lesbiche attraverso la divisione sessuata del
lavoro.
La libertà di donne e lesbiche è strettamente connessa all’eliminazione
della loro condizione di precarietà e povertà. Attraverso l’acquisizione di
un’autonomia di tipo economico più facilmente la donna può autodeterminarsi, svincolandosi
dalle costrizioni familiari e riappropriandosi di spazi e socialità sessuata:
questo soltanto può rappresentare per le donne e le lesbiche sicurezza, intesa
come potere di autodeterminarsi senza vincoli eterodeterminati.
Le politiche familiste e securitarie sono antifemministe in quanto ricacciano le
donne nelle case e spacciano per sicurezza quella che è oppressione: i nostri
corpi non saranno mai strumenti di repressione
e xenofobia.
Noi femministe e lesbiche scegliamo di autorganizzarci e non
delegare a nessuno e a nessuna la rappresentanza dei nostri bisogni e istanze.
Riproponiamo una manifestazione nazionale per sabato 22 novembre
che, se le compagne del sud sono in grado di garantire l’organizzazione,
potrebbe portare la presenza di femministe e lesbiche su quei territori, in
alternativa da farsi a Roma.
In preparazione di questa
manifestazione sarebbe opportuno aprire una campagna di informazione a tappeto
sui territori, con parole d’ordine comuni, individuando insieme le date per le
iniziative in ogni città.
A partire dalle pratiche già condivise di presidi contro la
violenza maschile su donne e lesbiche, riteniamo un importante strumento
politico supportare tutte le donne che decidono di denunciare le violenza
subite, sostenendole e garantendo loro la presenza del movimento, per tutta la
durata del processo con presidi anche sotto i tribunali.
Questo è uno strumento politico di visibilità tangibile della
solidarietà delle donne e lesbiche che può essere utile per aiutare ad uscire
dalla violenza anche per le donne che la vivono come fatto privato.
Invitiamo tutte le donne e le lesbiche a partecipare alle
udienze del processo per il femminicidio di Barbara Cicioni come momento di presenza
politica per non relegare la violenza maschile su donne e lesbiche alla
marginalità della sfera privata, ma farne strumento di analisi politica
sessuata e di autodeterminazione.
MAIL URG SU FLAT
care,
vi ricordo un importantissimo appuntamento di cui avremo modo di parlare a Bologna:
INIZIANO LE UDIENZE PUBBLICHE PER IL FEMMINICIDIO DI BARBARA CICIONI A PERUGIA.
L’appuntamento è alle 9 il 19 GIUGNO davanti alla corte di assise di perugia.
E’ probabile che si faccia udienza anche il 20 giugno.
Per tutte quelle che vogliono partecipare con consapevolezza al processo, farò una breve guida che metterò in rete a brevissimo, nel giro di due giorni, e che faremo girare anche all’appuntamento di Bologna.