ORE 15,30_CORTEO DA PIAZZA VITTORIO VENETO
Tra la festa, il rito e il silenzio, scegliamo la lotta!
Il 23 e 24 febbraio in più di 400, femministe e lesbiche, ci siamo
incontrate a Roma per dare un seguito al percorso nazionale iniziato con
la manifestazione del 24 novembre contro la violenza maschile sulle
donne. http://flat.noblogs.org
Oggi le sommosse di Torino (dlfto@inventati.org) accolgono e rilanciano
l’appello alla mobilitazione delle donne di Torino per
l’autodeterminazione:
In questo clima di continui e generalizzati attacchi ai diritti delle
donne e di precarizzazione della vita di native e migranti.
Scendiamo in piazza come in molte altre città
Per l’autodeterminazione delle donne
cioè libera scelta di decidere su ogni aspetto delle nostre vite
Contro ogni forma di violenza sulle donne
Contro l’eterosessualità obbligatoria e la violenza sulle lesbiche
Giù le mani dalla 194!
Libere di decidere su sessualità, maternità, contraccezione, aborto
SABATO 8 MARZO 2008
ORE 15,30
CORTEO
DA PIAZZA VITTORIO VENETO
Portiamo le nostre idee senza bandiere di partiti o sindacati!!!
L’UNICA A DECIDERE E’ LA DONNA!
Da alcune settimane stiamo assistendo a un grave attacco contro la libertà e l’autodeterminazione delle donne, non solo per quanto riguarda la libertà di scelta nella procreazione.
Si tratta infatti di un attacco frontale, spesso violento e offensivo, e comunque complesso, che tenta di imporre norme e regole, decise da altri, sul nostro corpo, sul nostro orientamento sessuale, sui nostri stili di vita e sulle forme che vogliamo dare, e praticare, alle nostre relazioni.
Questo attacco oggi si concretizza e passa soprattutto attraverso la messa in discussione della libertà di decidere se portare o meno a termine una gravidanza, sia attraverso interpretazioni, e conseguente applicazione, restrittive della legge 194 sia attraverso un uso strumentale della scienza e dell’autorità medico- scientifica, che tende alla costruzione di un immaginario che propone il “concepito” come autonomo e diviso dal corpo della donna, sia, infine, attraverso la colpevolizzazione delle scelte delle donne.
La legge 194 è una legge di compromesso, che presta essa stessa il fianco a strumentalizzazioni e pericolose “concessioni” (si pensi alla questione dell’obiezione di coscienza, ormai estesa anche a personale ospedaliero o paramedico che non potrebbe avvalersene…) ma che è comunque frutto di anni di battaglie e di mobilitazioni delle donne, contro la mattanza dell’aborto clandestino e per garantire a tutte proprio la libertà di poter scegliere.
Come donne, femministe, lesbiche, RIFIUTIAMO ogni pretesa di parlare e decidere sui nostri corpi, non solo da parte della scienza, che riduce il discorso al solo dato tecnico- scientifico, che nega la centralità della persona nella sua interezza e non ne riconosce bisogni, desideri, complessità e differenze,
MA,
soprattutto, NON ACCETTIAMO che, in questa fase di forte e avvilente arretramento culturale il discorso scientifico si saldi con quello della Chiesa, che ci ingabbia nel ruolo “naturale” di mogli e madri, che finalizza il sesso alla riproduzione, che mortifica il piacere e nega qualsiasi forma di sessualità altra.
RISPEDIAMO CON FORZA AL MITTENTE ogni tentativo di ridurci a solo utero, e ci rifiutiamo di sottostare a logiche che quando non ci s/vendono come pezzi di carne da esibire, ci riducono a incubatrici di cellule, corpi da controllare su cui esercitare potere.
Da sempre infatti il controllo sul corpo delle donne, sulla loro sessualità e scelte di vita costituisce la più alta, necessaria e pericolosa forma di controllo sociale, economico e politico, oltre che banco di prova e merce di scambio in ogni campagna elettorale, a destra, a sinistra e al centro nello stesso identico modo.
Non riconosciamo quindi alcuna autorità a chi, Chiesa, Stato, Scienza (o giornalisti…) impone modelli e ruoli unici, primo fra tutti quello che credevamo ormai obsoleto di famiglia eterosessuale, benedetta dal matrimonio, in cui il marito lavora e la moglie sta a casa ad allevar bambini e curare anziani, sostituendosi, di fatto, ad uno stato sociale sempre più ridotto ed insufficiente.
Autodeterminazione è una parola che dobbiamo essere noi a riempire di significati, che va difesa e praticata nella quotidianità; autodeterminazione per noi vuol dire, oggi, 8 Marzo, in tutte le piazze e in tutte le forme con cui le donne hanno scelto di mobilitarsi, rilanciare diritti che erano dati per acquisiti e che oggi sono fortemente erosi:
GARANTIRE a tutte e in tutta Italia la possibilità concreta di accedere alla contraccezione e, se liberamente scelta, all’interruzione di gravidanza,
DISPONIBILITA’ immediata della RU486 in alternativa all’aborto chirurgico e della pillola del giorno dopo, quest’ultima senza prescrizione medica,
CONTRASTARE l’obiezione di coscienza e difendere e riappropriarsi degli spazi dei consultori,
PRETENDERE che ogni donna, nativa o migrante, che scelga o no di portare a termine una gravidanza, sia sempre soggetto autonomo e indipendente di diritti: casa, lavoro, salute, istruzione…oggi messi in discussione costante dalla precarietà che investe ogni aspetto delle nostre vite,
AUTODERMINAZIONE VUOL DIRE LIBERE DI SCEGLIERE, CAPACI DI REAGIRE!!