tavolo 5:SESSISMO

QUALI POSSIBILITA’ PER UNA CULTURA NON SESSISTA

Il nostro punto di partenza è stato affermare che la scuola, dell’obbligo e facoltativa, così come l’università, non è il solo luogo di formazione dell’individuo, ma ne rappresenta una parte non trascurabile e perciò si è resa necessaria e fondamentale l’analisi critica della sua struttura considerando una prospettiva di genere.
Consideriamo la scuola ancora un’istituzione totale, una caserma, uno spazio in cui i rapporti tra due tipologie di soggetti, gli insegnanti e le studentesse/i, così come tutti i rapporti all’interno del sistema scuola, sono improntati all’autoritarismo e non all’autorevolezza: autoritarismo aumentato a causa dell’ autonomia scolastica e dalla sempre più dura condizione di precarietà nel lavoro.
Si impone così un’assenza di relazioni costruttive tra insegnanti e studenti, in particolare alle superiori e all’università, rispetto alle modalità di trasmissione del sapere e ai suoi contenuti.
Inoltre non si dà alcuno spazio a studenti e studentesse di decidere nulla del loro percorso scolastico.
Analizzando in particolare le problematiche di genere sottolineiamo che IL CORPO è IL GRANDE ASSENTE della scuola italiana, per cui è necessario recuperare un sapere incarnato e sessuato che però non riproponga i modelli tradizionali previsti per la donna (modelli che rappresentano la donna  come cristallizzata nei ruoli di colei che cura e/o colei che seduce).
 Per ‘corpo assente’ intendiamo:
1-    la costruzione di un sapere falsamente neutro e disincarnato dai soggetti che l’hanno prodotto o che lo producono ( sono insufficientemente analizzati e poco approfonditi tutti gli elementi che condizionano la produzione dei saperi, come sesso, genere, classe di appartenenza, cultura di provenienza…)
2-    che il corpo non viene preso in considerazione nei processi educativi e di formazione (espressione corporea, manualità, fisicità, movimento e sessualità non entrano generalmente in nessun percorso didattico). Inoltre l’annullamento del corpo aumenta col progredire dei gradi dell’istruzione.
3-    l’enorme produzione di sapere elaborata con una prospettiva di genere da parte del femminismo non è entrata, se non in forme minime ed inadeguate, nei programmi scolastici e nelle pratiche di insegnamento, nonostante il corpo insegnante sia composto prevalentemente da donne. Anche i tentativi istituzionali (Progetto Polite, raccomandazioni nazionali e internazionali sull’uso non sessista della lingua, etc.) non hanno dato risultati. In questo rinveniamo una precisa responsabilità delle istituzioni che rispecchiano e intendono mantenere e riprodurre il modello della società patriarcale.

Nonostante ciò la scuola pubblica rimane per noi uno dei luoghi deputati alla costruzione del sapere e perciò è necessario proporre metodologie altre per decostruire modelli e per formare soggettività critiche e capaci di scegliere e di assumere la responsabilità delle proprie scelte.

Ci sembra perciò importante proporre:
–    la creazione di una rete di femministe e lesbiche operanti nel settore della formazione e dell’educazione per condividere proposte,  progetti, idee, materiali ed esperienze.
–    data l’inadeguatezza dei libri di testo rispetto alle problematiche di genere, proponiamo l’utilizzo di un blog e la creazione di un dossier (da distribuire fuori dalle scuole, ai corsi di aggiornamento e alle SIS) in cui vengano individuate ed analizzate, da parte di insegnanti e studentesse/i insieme,  omissioni e mistificazioni presenti nei libri di testo e nei materiali didattici; per quanto riguarda gli asili il blog e il dossier potrebbero affrontare i significati dei giochi, delle favole e dei colori.
–    creare gruppi o associazioni di femministe e lesbiche che progettino laboratori di genere da realizzare con bambine/i e ragazze/i nelle scuole o in altri contesti, i quali siano focalizzati  sul lavoro sul corpo, sulla relazione, la fisicità, la sessualità.
–    proporre che l’insegnamento dell’educazione sessuale comprenda tutti i tipi di orientamento sessuale, e che quindi non trasmetta solamente la prospettiva eterosessuale, in tutti gradi di formazione, dall’asilo alle scuole superiori.
–    prevedere dei corsi di pedagogia della differenza in tutti i luoghi di formazione, soprattutto in quelli dei futuri insegnanti (es SIS e corsi di aggiornamento).

E’ stata creata una mail ( culturanonsessista@autistiche.org ) con una password comune ( tavolo5 ) aperta a tutte coloro che vorranno condividere idee e sviluppi di queste proposte.

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