PROPOSTE FLAT in breve

(invitiamo tutte ad integrare l’elenco che segue, aggiungendo le proposte che, seppur emerse  dai tavoli…ci sono sfuggite!)

Nella due giorni di discussione sono state numerose le proposte e le
riflessioni, proviamo a riassumerne alcune
dando sicuramente priorità a quelle che concretamente potrebbero
svilupparsi territorialmente sempre rapportandosi alle specifità e ai
bisogni dei diversi contesti.

Attraverso le relazioni dei vari tavoli sono emerse le seguenti:
Dal tavolo 2:
–    Denuncia delle farmacie e dei pronto soccorsi che non forniscono
la pillola del giorno dopo.
–    Azioni giudiziarie  per mancata prestazione sanitaria.
–    Difesa e riappropriazione degli spazi dei consultori e presa in
carico del ricambio generazionale dei medici e mediche non
obiettori/rici.


Dal tavolo 3:
– creare un gruppo di comunicazione permanente che metta insieme
saperi, materiali e risorse e che sia aperto non solo a chi lo fa di
professione ma anche a chi rientra nel circuito comunicativo in
maniera informale. Con onestà ci siamo dette che è necessario farlo
dandosi però tempo, viste le vite precarie di tutte noi;
– mettere in campo tutte le forme possibili di comunicazione
svincolate dai media ufficiali quando vogliamo essere/agire nello
spazio pubblico;
– usare consapevolmente gli strumenti collettivi e qui veniamo alla
netiquette


Dal tavolo 4:
-. continuare a ragionare insieme della proposta di un reddito di esistenza
-. mettere in piedi un laboratorio di autonarrazione, anche su blog,
che possa essere uno strumento di un osservatorio sul nostro lavoro,
che ci aiuti a comprendere la natura sociale delle difficoltà che
individualmente incontriamo nel lavoro.


Dal tavolo 5:

Ci sembra perciò importante proporre:
–    la creazione di una rete di femministe e lesbiche operanti nel
settore della formazione e dell’educazione per condividere proposte,
progetti, idee, materiali ed esperienze.
–    data l’inadeguatezza dei libri di testo rispetto alle
problematiche di genere, proponiamo l’utilizzo di un blog e la
creazione di un dossier (da distribuire fuori dalle scuole, ai corsi
di aggiornamento e alle SIS) in cui vengano individuate ed analizzate,
da parte di insegnanti e studentesse/i insieme,  omissioni e
mistificazioni presenti nei libri di testo e nei materiali didattici;
per quanto riguarda gli asili il blog e il dossier potrebbero
affrontare i significati dei giochi, delle favole e dei colori.
–    creare gruppi o associazioni di femministe e lesbiche che
progettino laboratori di genere da realizzare con bambine/i e
ragazze/i nelle scuole o in altri contesti, i quali siano focalizzati
sul lavoro sul corpo, sulla relazione, la fisicità, la sessualità.
–    proporre che l’insegnamento dell’educazione sessuale comprenda
tutti i tipi di orientamento sessuale, e che quindi non trasmetta
solamente la prospettiva eterosessuale, in tutti gradi di formazione,
dall’asilo alle scuole superiori.
–    prevedere dei corsi di pedagogia della differenza in tutti i
luoghi di formazione, soprattutto in quelli dei futuri insegnanti (es
SIS e corsi di aggiornamento).

Dal tavolo 6:

– assunzione dello specifico punto di vista lesbico e delle istanze
  delle lesbiche da parte delle femministe;
– assunzione collettiva di responsabilità rispetto alla produzione culturale,
  nella prospettiva di un’educazione non solo non sessista ma anche non
  eterosessista e nella prospettiva di una pratica di autoproduzione culturale;
– assunzione della critica alla maternità obbligatoria nella battaglia contro
  gli attacchi all’autodeterminazione delle donne, parallelamente alla ricerca
  di forme altre di genitorialità;
– costruzione di relazioni di cura, solidarietà e piacere da instaurare tra
  femministe e lesbiche;
– acquisizione e difesa di spazi di femministe e lesbiche come punto
  fondamentale per l’esistenza dei nostri percorsi; riconoscimento e difesa
  degli spazi e della pratica separatisti anche da parte delle femministe e
  lesbiche che non scelgono questa pratica.


Dal tavolo 8:
Per dare continuità a questo sforzo abbiamo ipotizzato delle azioni:
–      In qualsiasi mobilitazione vanno  tenuti presente i limiti che
all’autoderminazione hanno le donne migranti .
–     Proponiamo pratiche di interculturalità ,contrapposte alla
multiculturalità che a volte altro non è che un patto tra patriarcati.
dove  il termine ”inter =tra” rimanda ad una relazione tra pari ,
l’interculturalità è quindi uno spazio terzo , un prodotto altro.
–     Siamo poi contro ogni forma di nazionalismo foriero di una
identità esclusiva che non puo’ non toccare l’ autoderminazione delle
donne, perchè tutti i nazionalismi .e le guerre ricadono sul corpo
delle donne (stupri in ex yugoslavia, il burqa in afganistan dopo l’11
settembre, l’assedio israeliano in Palestina etc.. )
–     La trasversalità del tema del razzismo e del lesbismo
dovrebbero diventare  temi centrali del pensiero femminista su cui non
possiamo smettere di interrogarci .

Queste proposte hanno ancora bisogno di essere discusse e condivise,
ma sono il punto di partenza per gli incontri futuri.

Assemblea nazionale di femministe e lesbiche

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