INDECOROSE E LIBERE VERSO IL 22 NOVEMBRE 2008
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INDECOROSE E LIBERE VERSO IL 22 NOVEMBRE 2008
giovedì 20 Novembre_ ore 17
Orientale Occupata
Palazzo Corigliano p.zza san domenico
Le donne migranti affidano le loro vite e i risparmi di una vita a
lunghissimi viaggi. Alcune di loro sono in possesso di un titolo di
studio alto, molte di loro scappano dalla fame e dalla guerra, tutte
loro si lasciano alle spalle gli affetti fiduciose di potersi costruire
una nuova esistenza.
L’arrivo in Italia invece è tutt’altro. Alcune di loro sono private di
documenti e sottoposte a tratta, oggetto di violenza di papponi e
clienti, molte di loro lavorano nei campi, nelle fabbriche, nelle
cooperative di pulizia e nelle case degli italiani per fare lavori che
nessun italian@ farebbe a quelle condizioni e a quel prezzo, tutte loro
sono sottoposte a leggi discriminanti in una società legittimata ad
essere sempre più maschilista razzista e piena d’odio.
In nome delle donne si vara il pacchetto sicurezza, di questi giorni il
blocco dei flussi.
Chiederemo alle donne migranti quanto si sentono sicure in un paese che
le priva della possibilità di regolarizzarsi, le priva quindi della casa
della salute e di poter denunciare le violenze subite.
Proiezioni interviste sul lavoro delle donne migranti.
coordinamento donne in lotta, Napoli
Mercoledì 19 novembre 2008, ore 21 – Tpo, Via Casarini 17/5, Bologna
Ne parliamo con:
Angela Balzano, Uniriot Bologna Anna Borghi, ricercatrice precaria
Stefania Ghedini, maestra scuola elementare XXI Aprile
Cristina Morini, giornalista e scrittrice
Coordina Stefania Voli, Guai a chi ci tocca
Guai a chi ci tocca – guaiachicitocca@gmail.com, www.myspace.com/guaiachicitocca
Ebbene sì, siamo donne sull’orlo della crisi. Eravamo già un po’ irritate quando lo scorso anno il ministro maroni non contento di essere già ministro si è autoproclamato santo prottettore delle donne italiane, dopo aver compiuto il miracolo del «pacchetto sicurezza».
Peccato che noi, miscredenti e non innocenti, abbiamo smascherato subito l’unica logica realmente sottesa a questo provvedimento, che è un’ idea di sicurezza ferma alla conservazione dell’ordine costituito, e intenzionata a normalizzare chi con la propria autonomia osa proporre la trasformazione di questo stesso ordine.
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In preparazione alla manifestazione il Collettivo Femminista "Colpo di
Streghe" ORGANIZZA:
MERCOLEDI 19
la proiezione del film di Andres Nilsson "RACCONTI DA STOCCOLMA"
alle ore 21,00 presso lo Sazio Sociale in Via Frutta N°3.
GIOVEDI 20
Saremo in piazza Andrea Mantegna a volantinare sia il mattino che il
pomeriggio
Come collettivo abbiamo organizzato un pulmino per andare al corteo per
chi volesse partecipare e prenotare può contattarci al numero 320020565
X ulteriori info sulla partenza da Mantova clicca qui
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Scheda su RACCONTI DA STOCCOLMA di Anders Nilsson
Quando scende la notte Stoccolma si scopre intollerante e violenta. Dentro
le
case e fuori, sulle strade, esplode l’odio incontrollato di padri, mariti,
fratelli. In una di queste notti si incrociano i destini di Leyla, figlia
di una numerosa famiglia mediorientale, cresciuta secondo un rigido codice morale
e religioso, Carina, madre generosa e giornalista di talento, umiliata dalle
parole e dalle percosse di un marito meschino e geloso, e Aram, giovane
proprietario di un locale, innamorato di uno degli uomini della sicurezza.
Con modi e tempi diversi, Leyla, Carina e Aram impareranno a difendersi e a
reagire ai soprusi.
L’assemblea romana di femministe e lesbiche si unisce alla lotta dei comitati, reti di scuole, madri, insegnanti e quante operano nel settore scolastico, contro i recenti provvedimenti legislativi che minacciano la qualità dell’istruzione pubblica in Italia.
Tali provvedimenti si inseriscono nel quadro di uno smantellamento globale dei servizi pubblici e di quei diritti che sono frutto di lotte portate avanti da uomini e da donne che hanno creduto che una scuola aperta a tutti e a tutte, sia la premessa per una vera crescita.
Oggi il Decreto Gelmini, insieme agli altri provvedimenti approvati, tra cui la Finanziaria di Tremonti, ripropongono una scuola "monolitica", sanzionatoria, chiusa di fronte alle differenze e incapace di coglierne il valore.
Inoltre, l’approvazione della mozione del leghista Cota, con cui vengono istituite le classi di inserimento, ci riporta ad un periodo in cui prevaleva nella scuola il criterio della separazione, rispetto a quello del confronto costruttivo.
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1 donna su tre nel mondo subisce violenza o ha subito violenza nel corso della sua vita!
Significa che almeno una tra le tue 3 più care amiche ha subito o subisce violenza!
Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Anche nel caso degli stupri la quasi totalità non è denunciata (91,6%). È consistente la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite (33,9% per quelle subite dal partner e 24% per quelle da non partner).
Dunque la violenza maschile sulle donne è un fenomeno noto. Dai dati Istat 2006 ( una parte dei quali sono sopra riportati ) si evince che ognuno di noi conosce o sa di qualcuno che esercita violenza e/o di qualcuna su cui è stata esercitata.
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di Anita Sonego, gruppo Soggettività Lesbica, presidente Libera Università delle Donne, Milano
Le femministe e le lesbiche scendono di nuovo in piazza in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Non è un rituale. Il 25 novembre è diventata una data-simbolo e il 22, come lo scorso anno il 24, il movimento delle donne torna a manifestare.
Manifesta la propria indignazione contro il femminicidio, la violenza di un genere sull’altro ed il perpetuarsi di un dominio che, proprio perché sempre meno egemone, deve essere mantenuto con la forza ed il sopruso.
Accanto alla denuncia il «nuovo» movimento – che tiene assieme [con un cambiamento epocale in rapporto al femminismo «storico»] femministe e lesbiche – svela in modo limpido che il dominio maschile è un fatto storico e culturale arbitrario e, proprio per questo, si impone con la violenza.
Pierre Bourdieu, in un libro fondamentale – «Il dominio maschile» – scriveva: «Il principio della perpetuazione di questo rapporto di dominio non si colloca principalmente in uno dei luoghi più visibili del suo esercizio, cioè in seno all’unità domestica ma in istanze come la scuola e lo stato, luoghi di elaborazione e di imposizione di principi di dominio che si esercitano anche in seno all’universo più privato».
ASSEMBLEA PUBBLICA DI DONNE
che si terrà
MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE ORE 18
presso EX GIL – Viale Adriatico, 136 – Roma-
promosso da CENTRO DONNA L.I.S.A./ Donne in Genere
in preparazione della manifestazione nazionale del 22 novembre.
Clicca sotto per scaricare il manifesto
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE
SULLE DONNE
Corteo di donne
autorganizzato
ROMA, 22 NOVEMBRE 2008 – P.zza della Repubblica, ore 14.00
INDECOROSE E LIBERE!
Un anno fa siamo scese in piazza in 150.000 per dire che la violenza contro le donne ha un nome e un sesso: è violenza MASCHILE e non conosce differenze di classe ed etnia. Scendiamo nuovamente in piazza il 22 novembre prossimo per ribadirlo in modo chiaro, senza paura. Per dire anche e soprattutto che la violenza maschile si sconfigge insieme, giorno dopo giorno. Prendendo parola, organizzando percorsi di sostegno reciproco e costruzione di autonomia, economica e culturale. Sconfiggendo la cultura che da sempre vuole le donne divise e rivali e dimostrando invece che le donne insieme possono trasformare le loro vite.
In Italia continuano a morire più di 100 donne ogni anno, una ogni tre giorni per mano di un familiare o di un amico, a volte per mano di uno sconosciuto. La violenza maschile è nel mondo la prima causa di invalidità e morte per le donne: la punta di un iceberg, fatto di infinite forme di violenze fisiche, psicologiche, sessuali che ognuna di noi ha conosciuto e vissuto, soprattutto e drammaticamente nell’ambito familiare. Spesso però siamo indotte a considerarla un fatto privato da risolvere o nascondere nelle nostre case. Lo stupro e la paura dello stupro creano un vero e proprio sistema culturale e sociale, che condiziona le nostre vite e rappresenta uno strumento di controllo e disciplina per impedirci di scegliere, in autonomia e libertà, come condurre le nostre esistenze.