da www.tendenzeonline.info
Roma, 22 nov. (Apcom) – In 50mila, secondo le organizzatrici, da piazza della Repubblica a piazza Navona, hanno sfilato per dire no alla violenza sulle donne. Il corteo ‘in rosa’, organizzato dalla Rete nazionale di femministe e lesbiche in vista della Giornata mondiale per l’eliminazione delle violenza sulle donne, indetta per il 25 novembre, voleva essere una replica di quello di un anno fa, quando in 150mila sempre nella Capitale scesero in piazza per dire "no alla violenza maschile e ai tentativi di strumentalizzare la violenza sulle donne, da parte di governi e partiti". In realtà l’adesione è stata inferiore alle attese, anche perchè si sono registrate alcune assenze, come quella dell’associazione Controviolenzadonne.org, ma chi ha sfilato è comunque soddisfatto, anche perchè numerosa è stata la presenza giovanile, con tante ragazze che hanno sfilato con il segno del ‘polo femminile’ dipinto letteralmente sul viso. Alla testa del corteo uno striscione che recitava "Indecorose e libere", e slogan non solo contro la violenza degli uomini sulle donne, ma anche contro quella del governo e dei partiti sulle persone, come il ddl Carfagna contro la prostituzione e il dl Gelmini sulla scuola.
Ma, prima di ogni cosa, la protesta è contro una violenza, quella sulle donne, che riguarda in Italia quasi 7 milioni di persone. Elettra Deiana, ex deputata del Prc, si dice convinta che i tempi sono maturi per "riportare alla luce il grande tema della violenza sulle donne. Non tutti sanno che ogni 3 giorni una donna viene uccisa e che nella maggior parte dei casi succede all’interno delle famiglie a cura dei partner, dei fidanzati, dei mariti". La violenza maschile è, infatti, la prima causa di morte e di invalidità permanente delle donne in Italia, per questo alcuni striscioni recitavano "l’assassino non bussa, ha le chiavi di casa" e "non sono una bambola".