Il 24 novembre del 2007 la grandissima manifestazione femminista e lesbica…..

di Elena Biagini (Liberazione)
Il 24 novembre del 2007 la grandissima manifestazione femminista e lesbica contro la violenza maschile sulle donne ha sconvolto l’asfissia della politica italiana, anche di movimento, con forza, radicalità ed autonomia. 150mila donne in corteo a Roma con parole d’ordine chiare e assolutamente fuori dal coro: la violenza sulle donne ha un sesso non una nazionalità, sono i maschi a commetterla e, perciò, qualunque politica xenofoba e securitaria non può usare a pretesto questo tema; al contrario, la violenza contro le donne è commessa principalmente in famiglia.

Per qualche giorno lo scorso anno i media sono stati costretti a rendere pubblici i dati su femminicidi e violenze di ogni genere, i dati sconvolgenti di una guerra in atto in tutto il mondo contro le donne, una guerra che inchioda come responsabile il sesso maschile e mostra che, nella maggior parte dei casi, sono proprio i maschi all’interno della famiglia, di qualunque grado di parentela, a uccidere, brutalizzare, stuprare le donne. Il "sommovimento" del 24 novembre scorso non si è spento e per tutto l’anno ha portato le femministe e le lesbiche più volte in piazza, in presidi e cortei "spontanei" lo scorso 14 febbraio quando la polizia irruppe nelle corsie del Policlinico di Napoli a violare la degenza di una donna che aveva interrotto la propria gravidanza, in un 8 marzo organizzato in tantissime città diverse con lo slogan "Tra la festa il rito e il silenzio scegliamo la lotta!" e poi in presidi davanti a tribunali dove si celebravano processi per stupro e femminicidio, in cortei a volti rompere l’omertà degli stupratori, in iniziative antirazziste. Quel sommovimento dello scorso anno è divenuto una rete che ha trovato tempo, modalità e desiderio di approfondimento e confronto attraverso due edizioni di Flat – Femministe e lesbiche ai tavoli, lavori tematici di centinaia di femministe e lesbiche che hanno prodotto saperi, pratiche, percorsi su violenza maschile, sessismo, autodeterminazione, fascismo, razzismo, lavoro e precarietà, comunicazione.
Anche quest’anno le femministe e lesbiche "sommosse", in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, lanciano un appello a tutte le donne per tornare in piazza: sabato scorso, in un’affollata assemblea che si è tenuta presso la Casa Internazionale delle Donne, è stato infatti deciso di organizzare un corteo che sabato 22 novembre, come lo scorso anno, partirà da piazza Esedra per raggiungere piazza Navona. E come lo scorso anno la manifestazione sarà autonoma e autorganizzata: non saranno partiti o sindacati a costruirla ma collettivi, gruppi, associazioni, assemblee di femministe e lesbiche sparsi sul territorio nazionale. Già all’assemblea nazionale di sabato, oltre alle romane, hanno partecipato donne da molte città fra cui Bologna, Milano, Palermo, Bari, Trieste, Firenze, Perugia, Napoli, femministe e lesbiche di tutte le generazioni. E se anche quest’anno la manifestazione – antisessista, antirazzista e antifascista – avrà come motore la denuncia della violenza maschile su donne e lesbiche, togliendo il velo ideologico che spesso copre la famiglia come teatro di violenza, e la rivendicazione di autodeterminazione per tutte, molti sono i temi che l’attualità politica ha imposto: anzitutto la violenza istituzionale attuata attraverso il ddl Carfagna che criminalizza le prostitute e con loro tutte le donne (sabato infatti era presente anche il Comitato per i diritti civili delle prostitute), ma anche attraverso lo smantellamento dello stato sociale, la precarizzazione e i decreti Brunetta e Gelmini che colpiscono scuola e università e quindi migliaia e migliaia di donne non solo lavoratrici e studenti. Poi, accanto alla violenza contro donne e lesbiche, è stata sottolineata la violenza transfobica che ha prodotto momenti efferati, tra cui in più interventi è stata ricordata la caccia alle trans al Prenestino, quartiere della periferia romana. Ma anche l’opposizione alla guerra, come massima espressione di violenza maschile subita prioritariamente dalle donne, e al militarismo saranno portate in corteo in un momento politico in cui sembrano ormai fenomeni endemici.
Le parole chiave intorno a cui si è dipanato il ragionamento dell’assemblea femminista e lesbica sono "condotta", "decoro" e "controllo", i pilastri di un regime autoritario ormai imposto nel paese che trova in una violenta riaffermazione machista e patriarcale la sua più forte definizione. Il decoro che, sbandierato dalle amministrazioni locali e dai decreti governativi, vuole imporsi come norma e controllo delle donne, delle lesbiche, di tutte le soggettività eccentriche, deve essere smascherato come grimaldello per imporre limiti all’autodeterminazione delle donne, delle lesbiche di tutte e di tutti. Il corteo sarà anche quest’anno una manifestazione di donne per le donne, definizione molto discussa in assemblea per il rischio che possa essere letta come essenzialista, ma che in realtà vuole ribadire l’autonomia di femministe e lesbiche, le protagoniste di questa lotta, mentre altre soggettività che vorranno partecipare troveranno la loro collocazione nella parte finale del corteo.
Info: flat.noblogs.org

da Liberazione
del 23/10/2008

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