Sabato, 18 aprile – ore 15
Davanti all’Ambasciata dell’Afghanistan
Via Nomentana, 120 Roma
Contro la legge del governo afghano
che legalizza lo stupro dei mariti nei confronti delle mogli, obbliga le donne a non opporre resistenza, vieta loro di uscire di casa, di cercare lavoro e di andare dal dottore senza il permesso del marito, affida la custodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni.
– Il 31 marzo è stata approvata la legge e non è ancora stata ritirata
– Il 12 aprile è stata ammazzata da due sicari Sitara Achakzai, da sempre difendeva i diritti delle donne oltre a essere consigliera provinciale a Kandahar, roccaforte dei talebani.
– Una lunga serie di donne sono state punite per aver sfidato il fondamentalismo dei talebani: la ballerina Shabana massacrata a gennaio nella valle di Swat, la poliziotta Malalai Kakar colpita a settembre a Kandahar, le giornaliste Shikeba Sanga Amaj e Zakia Zaki ammazzate nel 2007, la politica Safia Amajan assassinata nel 2006.
– Il 15 aprile a Kabul 300 donne afghane che stavano manifestando contro la legge sono state prese a sassate e violentemente insultate da una contro manifestazione di uomini talebani sotto gli occhi della polizia.
L’occupazione dell’Afghanistan da parte delle potenze occidentali dura da 8 anni. L’Italia in particolare è incaricata proprio della ricostruzione del sistema giuridico dell’Afghanistan. E questi sono i risultati.