Presidio per Barbara Cicioni

Il gruppo di discussione sulla Violenza alla FLAT 2008 ha espresso la volontà di appoggiare i presidi delle donne al processo per il femminicidio di Barbara Cicioni: 

GIOVEDI’ 19 GIUGNO ORE 9.00

Presidio davanti al tribunale di Perugia (Piazza Matteotti)

Presidio in piazza della Repubblica


DUE PIAZZE DI UNA STESSA MANIFESTAZIONE:

 scenderemo nelle piazze della città per lottare affinché la donna
torni ad essere soggetto di diritto, libera nella vita e libera di
scegliere; affinché i media e la politica non possano più prendere a
pretesto la violenza sulle donne per parlare di ordine pubblico,
emergenza sicurezza, immigrazione.
Per gridare alla città che  è questo stesso sistema sociale che genera
violenza, che rinchiude le donne dentro le mura domestiche, che nega
loro l’emancipazione per la mancanza di un reddito, che nega loro spazi
di socialità dove potersi confrontare e aiutare, che offre loro una
città blindata e desertificata, che alimenta paura e solitudine
attraverso misure di controllo securitarie e di stampo razzista, senza
dare alcuna risposta al bisogno diffuso e capillare di sicurezza sociale

Rete delle donne umbre
Sommovimento femminista Perugia

*****

>>Ecco il documento della rete delle donne umbre:

PER OGNI DONNA UCCISA VIOLENTATA, OFFESA SIAMO TUTTE PARTE LESA!
La Rete delle Donne Umbre chiama alla mobilitazione  per il  presidio
davanti al Tribunale di Perugia di giovedì 19 giugno ore 9.00, dove si
svolgerà la prima udienza del dibattimento per il femminicidio di
Barbara Cicioni .
Come per l’occasione dell’udienza preliminare di marzo, la Rete delle
Donne sceglie nuovamente lo strumento del presidio sotto il tribunale
per manifestare tutto il dolore e la rabbia per il femminicidio di
Barbara, per tutte le donne che ogni giorno vengono annientate
all’interno della famiglia di stampo patriarcale che si rivela essere
il luogo più lesivo per l’integrità psicofisica della donna.
 Scenderemo tutte in piazza perché la donna torni ad essere soggetto di
diritto, libera nella vita e libera di scegliere; perchè i media e la
politica non possano più prendere a pretesto la violenza sulle donne
per parlare di ordine pubblico, emergenza sicurezza, immigrazione.
Per la prima volta, anche in Italia, il 18 marzo 2008 in occasione
dell’udienza preliminare per l’uccisione di Barbara Cicioni , in
un’aula di tribunale si è parlato di femminicidio ovvero di tutte
quelle pratiche sociali e culturali che annientano la donna in quanto
appartenente al genere femminile.
Il fatto che in Italia, oltre al lavoro di legittimazione sociale del
concetto di femminicidio, il dibattito si sia spostato in concreto in
un aula di tribunale con la costituzione di associazioni di donne come
parte civile al processo è senza dubbio il frutto di un percorso fatto
di una pratica politica quotidiana e all’esperienza di donne in
costante relazione tra loro, che nel corso di anni sono state in grado
di elaborare e produrre un pensiero differente sui tanti volti delle
violenze contro le donne che si verificano con una sequenza
 impressionante anche nella nostra regione.
Rete delle Donne Umbre
Retedelledonneumbre@libero.it

 

>>Ecco il documento delle Sommosse di Perugia: 

*LA “SACRA FAMIGLIA” UCCIDE…*

Perugia, 25 maggio 2007. Un’altra donna viene uccisa, Barbara Cicioni,
e’ stata picchiata e poi soffocata mentre era nel letto, incapace di
difendersi per la gravidanza avanzata e il diabete.

Barbara Cicioni è morta il 25 maggio 2007. Ma la sua vita *matrimoniale*
era stata attraversata da sempre da violenze quotidiane, percosse,
ingiurie e vessazioni psicologiche. Alle continue violenze perpetrate
dal marito, Barbara aveva sicuramente reagito, lo aveva anche denunciato
e per un po’ era riuscita ad allontanarlo, ma poi ha continuato a
subirlo perché "la famiglia deve restare unita".

Il marito, Roberto Spaccino, ammette di averla picchiata la sera stessa
della sua morte, ma nega di averla assassinata: /"Mia moglie era
incinta, non l’avrei mai uccisa" … /

Infatti, in questa società, il valore della vita di una donna si misura
in funzione del suo ruolo di "incubatrice", moglie, madre al servizio
del focolare domestico, sempre più spesso testimone passiva di violenze
e abusi sessuali anche sulle proprie figlie/i.

La ‘strage’ quotidiana fatta di stupri e uccisioni contro le donne si
consuma nella maggioranza dei casi in famiglia. **

La sacra famiglia "…. uccide più della criminalità organizzata e
comune. Il 31,7% delle uccisioni avvengono tra le mura domestiche, più
del 68% delle vittime sono donne e il carnefice un familiare maschio o
comunque un uomo che aveva rapporti con la vittima in 9 casi su 10
(marito, padre, fidanzato, fratello, vicino di casa ecc.). Il rischio
più alto è per le inoccupate, tra i 25 ed i 54 anni … “ /(dal Corriere
dell’Umbria di martedì, /11 /marzo 2008) /**

E’ in questo sistema sociale che, più le donne vengono violentate e
uccise in famiglia e più la famiglia viene esaltata dai vari Ratzinger,
Ruini, Casini e dalla loro ideologia maschilista e patriarcale, in cui
l’uomo considera moglie e i figli di sua proprietà. **

Ed è in questo sistema sociale, che di violenza eterosessista si
alimenta e che violenza produce, che si va rafforzando una politica di
centralità della famiglia (fino al family day) e di subordinazione della
donna in un clima da moderno medioevo che nega di fatto ogni libertà di
scelta libera e consapevole. Se alle donne vengono negati i diritti
basilari di decidere della propria vita, se la legge di uno Stato
considera la sua vita meno di un embrione, la causa/conseguenza è la
ripresa del peggiore maschilismo nei rapporti uomo donna! **

E’ questo stesso sistema sociale che genera violenza: rinchiude le donne
dentro le mura domestiche, ne impedisce l’autodeterminazione negando
loro un reddito, chiude spazi di socialità dove potersi confrontare e
aiutare, offre una città blindata e desertificata, alimenta paura e
solitudine attraverso misure di controllo securitarie e di stampo
razzista, senza dare alcuna risposta al bisogno diffuso e capillare di
diritti e di sicurezza sociale. Queste misure hanno un effetto diretto
d’incoraggiamento delle violenze sessuali a tutti i livelli: creano un
clima oscurantista e di sopraffazione, creano città "sotto controllo",
invivibili, in cui è bandita, e a volte, addirittura criminalizzata,
ogni forma di socialità non consumistica. **

C’è un rapporto diretto tra aumento delle misure di "sicurezza" e
l’aumento degli stupri e dei femminicidi, tra la violenza dello Stato e
quella della società. **

BASTA VIOLENZA SULLE DONNE! **

Nel nome di tutte le donne stuprate, uccise, oppresse, contro questa
guerra di bassa intensità contro le donne rispondiamo con rabbia e
determinazione **

*Giovedì 19 giugno, ore 9.00 in concomitanza con la prima udienza del
dibattimento per il femminicidio di Barbara Cicioni, uccisa il **25
maggio 2007 a Marsciano. Presidio in piazza della Repubblica a Perugia.
Per rivendicare l’autodeterminazione delle donne e ricordare che senza
diritti non c’è sicurezza! Contro ogni violenza maschilista, familista,
di Stato!!! *

* *

*f.i.p. Via Settevalli 18.06.08 sommovimento femminista perugia***

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